INFIAMMAZIONE E NUTRIZIONE
Uno, nessuno e centomila: gli alimenti dell'infiammazione

L'infiammazione è un meccanismo di difesa del nostro organismo, non specifico, innato, conseguente l'azione dannosa di agenti fisici,
chimici e biologici, il cui obiettivo finale è l'eliminazione della
causa iniziale del danno nonché l'avvio del
processo riparativo.
Si tratta di un sistema essenzialmente protettivo, ma alcuni suoi aspetti sono potenzialmente dannosi; l'infiammazione consiste in una sequenza di fenomeni guidati da molecole segnale, chiamate mediatori dell'infiammazione; ha una sua durata nel tempo e termina quando la causa che l'ha indotta viene eliminata, i mediatori intervenuti vengono distrutti/inibiti e i processi di rigenerazione o riparazione messi in atto;
Esiste un equilibrio tra risposte pro-infiammatorie (favorenti) e risolutive, anti-infiammatorie: qualora non sussistano i presupposti per una risoluzione dell'infiammazione acuta, questa può esitare in infiammazione cronica. Quest'ultima può essere causata da segnali persistenti che mantengono attive vie di segnalazione pro-infiammatorie: uno stile di vita scorretto è capace di sostenere un'attività infiammatoria cronica di basso grado, silente, che può durare anni senza manifestare danno o alterazioni dei parametri ematochimici ma che è stata ben correlata ad invecchiamento precoce, malattie cronico-degenerative, cardiocascolari, metaboliche tra le quali il diabete di tipo 2 e neoplasie.
L'alimentazione può fare la differenza nel suo complesso e modulare la risposta infiammatoria del nostro organismo.
L'alimentazione occidentale ha assunto uno spiccato carattere pro-infiammatorio, ponendo le basi per l'instaurarsi dell'infiammazione cronica
silente, un killer inizialmente silenzioso ma che ben presto non
esiterà a fare la sua dolorosa comparsa. L'eccessivo consumo di alimenti ad alto contenuto di zuccheri, grassi saturi, spesso idrogenati, scarsi in fibra, vitamine, sali minerali e antiossidanti, che l'industria propina a basso costo, oltre ad un eccesso di carni rosse e lavorate, prodotti da forno e da pasticceria, bevande zuccherate, scarsa frequenza di consumo di pesce, verdura, frutta, legumi, frutta a guscio, rappresentano scelte alimentari che nel tempo determinano una rottura dei meccanismi che sottendono l'equilibrio tra produzione di molecole pro e anti-infiammatorie, sfociando nell'eccedenza delle prime; uno degli importanti equilibri da tenere in considerazione è il rapporto tra omega 3/omega 6, entro un range che va da 1:1 fino a 5: 1 ma che purtroppo viene profondamente alterato dalla scorretta alimentazione fino a superare un rapporto di 10: 1. Quando questo e altri meccanismi vengono a lungo sollecitati da insulti che mettono a dura prova la resilienza del nostro organismo, si rischia una perdita di quella omeostasi che garantisce la salute fisica e mentale.
La ricerca di alimenti infiammatori da colpevolizzare è un atteggiamento vano che non consentirà di raggiungere quella coscienza alimentare utile a sviluppare la consapevolezza che solo l'insieme delle scelte che costituiscono il nostro stile di vita farà pendere l'ago della bilancia.
Dott.ssa Laura Esposito